CENNI CRITICI
Nella realizzazione pittorica questo giovane e promettente Artista trova il mezzo più idoneo per rifugiarsi in un mondo tutto suo, in cui il deflagrare delle fantasmagorie cromatiche mette a nudo il peso dei profondi silenzi dell’animo umano.
Nel concepimento della sua opera, egli travasa, nelle cose e nelle figure, le sue ansie, i suoi perché, il suo bisogno di capire, ma anche la forza intatta di una giovinezza, che pur tra squallidi avvenimenti e amarezze quotidiane, si manifesta e cresce lasciando un intatto ed ampio margine alle scoperte di nuovi mondi ancora da esplorare.
Dino Ales
Nel concepimento della sua opera, egli travasa, nelle cose e nelle figure, le sue ansie, i suoi perché, il suo bisogno di capire, ma anche la forza intatta di una giovinezza, che pur tra squallidi avvenimenti e amarezze quotidiane, si manifesta e cresce lasciando un intatto ed ampio margine alle scoperte di nuovi mondi ancora da esplorare.
Dino Ales
E’ nel continuo contrasto tra fenomeno e noùmeno, tra figura e sfondo che la pittura di Mirko Alonzo manifesta l’apice della sua bellezza.
I suoi tumultuosi sfondi non fanno da cornice alle sue leggiadre figure, ma ne diventano parte integrante. In essi possiamo quasi sfiorare le ondate violente delle sue passioni ancora incontaminate, che si increspano e precipitano come a volersi sciogliere nel cartone che le imprigiona.
Le figure, nel loro crudo realismo invece sono lì, immobili, quasi travolte da questo tumultuoso gioco di luci e colori che insieme con esse “strappano la maschera” non solo al pittore ma anche ad una società falsa, arida e vuota, le cui radici celano teschi vuoti e rotti.
Elisa Angelìn
I suoi tumultuosi sfondi non fanno da cornice alle sue leggiadre figure, ma ne diventano parte integrante. In essi possiamo quasi sfiorare le ondate violente delle sue passioni ancora incontaminate, che si increspano e precipitano come a volersi sciogliere nel cartone che le imprigiona.
Le figure, nel loro crudo realismo invece sono lì, immobili, quasi travolte da questo tumultuoso gioco di luci e colori che insieme con esse “strappano la maschera” non solo al pittore ma anche ad una società falsa, arida e vuota, le cui radici celano teschi vuoti e rotti.
Elisa Angelìn
"PRIGIONIERO DI SE STESSO"
L’idea fondamentale di questo lavoro parte da una interpretazione personale dell’Artista per il quale l’umanità è avvolta dalle spire del male fino quasi a fondersi con esse. Ed ecco che l’uomo, racchiuso in una sfera di cristallo che, pur proteggendolo, in realtà lo isola e lo imprigiona, nel suo disperato tentativo di liberarsi e di innalzare il proprio essere fino alle più alte sfere di un amore idealizzato, si rende conto tardivamente di essere ben poca cosa nelle mani di chi può dominare i suoi sentimenti. E’ così che alla fine di questa spasmodica ricerca di libertà, scopre che in realtà egli è soltanto prigioniero di se stesso e della sua ansia di infinito e di libertà.
L’idea fondamentale di questo lavoro parte da una interpretazione personale dell’Artista per il quale l’umanità è avvolta dalle spire del male fino quasi a fondersi con esse. Ed ecco che l’uomo, racchiuso in una sfera di cristallo che, pur proteggendolo, in realtà lo isola e lo imprigiona, nel suo disperato tentativo di liberarsi e di innalzare il proprio essere fino alle più alte sfere di un amore idealizzato, si rende conto tardivamente di essere ben poca cosa nelle mani di chi può dominare i suoi sentimenti. E’ così che alla fine di questa spasmodica ricerca di libertà, scopre che in realtà egli è soltanto prigioniero di se stesso e della sua ansia di infinito e di libertà.
"SOGNO INFRANTO"
Fin da bambino l’uomo avverte il desiderio di dare un colore e una forma ai suoi sogni, ma non riuscendo a vedere al di là della tela che lui stesso dipinge, non si accorge che anche quando riuscirà a prendere il volo, quasi a voler fuggire da una umanità che non lo ama e che fa di tutto per tarpargli le ali, non gli resterà che chiedere al Dio supremo le risposte ai suoi più angoscianti interrogativi.
Fin da bambino l’uomo avverte il desiderio di dare un colore e una forma ai suoi sogni, ma non riuscendo a vedere al di là della tela che lui stesso dipinge, non si accorge che anche quando riuscirà a prendere il volo, quasi a voler fuggire da una umanità che non lo ama e che fa di tutto per tarpargli le ali, non gli resterà che chiedere al Dio supremo le risposte ai suoi più angoscianti interrogativi.